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Iridologia ed agopuntura

Iridologia ed agopuntura sono discipline appartenenti alla medicina non tradizionale, comunemente note anche come metodi curativi olistici.

L’iridologia da molti è considerata un’arte: quella che studia il linguaggio degli occhi, in particolare dell’iride, ossia della parte colorata dell’occhio. 

Essa infatti si modifica nel colore e nelle caratteristiche, quando nell’organismo qualcosa non funziona a perfezione. L’iridologo si occupa proprio di studiare il linguaggio dell’iride per conoscere lo stato di salute della persona.

Utilizzando un particolare microscopio binoculare, chiamato endoscopio, con cui è possibile ingrandire e analizzare l’iride, l’iridologia ne studia colore e sopra pigmentazioni per ottenere un quadro completo delle predisposizioni dell’organismo umano.

Un metodo di diagnosi e di importantissima prevenzione dunque: attraverso l’osservazione dell’iride dell’occhio si possono scoprire quali organi presentano degli squilibri e possono generare malattie, intervenendo preventivamente per evitarle.

Come funziona in pratica? L’analisi dell’iride non evidenzia l’esistenza o meno di malattie specifiche, solo le eventuali difficoltà o disfunzioni che gli organi possono presentare.

Secondo la teoria iridologica, ciò avviene perché l’iride è collegato al sistema nervoso autonomo, che innerva la maggior parte degli organi interni: gli stimoli vanno sia dal sistema nervoso agli organi, che viceversa. 

Per questo, nel caso di malfunzionamento o disfunzioni di un organo, l’analisi dell’iride serve ad individuare i segnali di questi problemi.

Lo stesso discorso può essere fatto anche in rapporto alla buona salute del sangue: 

l’iride, infatti, è fortemente vascolarizzato, perciò, se il sangue si presenta sovraccarico di sostanze tossiche o di scarto, durante il suo passaggio nell’iride potrebbe determinare sfumature di colore particolari. 

Da questa analisi sarà possibile comprendere in maniera profonda l’origine dei problemi che verranno evidenziati.

I segnali inviati dal sistema psicosomatico di ciascuno sul proprio stato di salute hanno un riscontro particolarmente perfetto e complesso nell’iride dell’occhio, che rappresenta da questo punto di vista un terreno di analisi ineguagliabile e a più livelli sul buon funzionamento dell’organismo umano

Agopuntura

È una pratica di tipo terapeutico con un’origine molto antica, che era già usata nella medicina cinese nel 2700 a. C., l’agopuntura è una tecnica curativa che consiste nell’introduzione di aghi di lunghezza, diametro, forma della punta e materiali diversi, in punti specifici del corpo, chiamati punti di agopuntura o agopunti, da dove viene percepita una sensazione di calore, intorpidimento o formicolio.

Gli agopunti, molto utili nella stimolazione e nella riattivazione dell’energia che scorre in tutto il nostro corpo, sono ricercati lungo i meridiani, sono canali in cui scorre l’energia vitale (Ki) lungo due importanti flussi energetici (lo Yin e lo Yang), che sono in grande relazione con le principali funzioni del nostro corpo, essi sono circolazione sanguigna, respirazione, digestione ecc…

La forte stimolazione dei punti agopunturali consente il ripristino della condizione di equilibrio ma soprattutto di sbloccare i punti dove questa energia si è accumulata.

I vantaggi della innocuità (viene praticata con aghi monouso ed è praticamente indolore) e dell’assenza di effetti collaterali la pongono in primo piano nella cura di ogni tipo di patologia, non solamente quelle seguite dal dolore: essa viene infatti adoperata nelle sindromi ansiose, nel disturbo del sonno, nei disturbi del ciclo mestruale ed in molte altre manifestazioni di tipo patologico.

L’agopuntura è una terapia curativa alternativa adottata da milioni di pazienti in tutto il mondo. 

A partire dalla fine degli anni 90, pratica è stata riconosciuta anche in Italia, infatti è entrata facendone parte del Servizio Sanitario Nazionale.

Questa tecnica si basa sull’azione azione della stimolazione, con l’uso degli appositi aghi, percorrendo le energie che scorrono nei meridiani, dodici meridiani principali, a seguire quelli secondari ed infine quelli straordinari per ottenerne l’equilibrio.

Tutto questo è una rappresentazione tradizionale nell’interpretare l’agopuntura nella medicina cinese, secondo il pensiero della scienza moderna l’azione curativa di questa arte curativa agisce su tutto il sistema nervoso consentendo all’organismo la potenzialità di liberare sostanze di tipo chimico nei muscoli.

Da qui molte altre discipline olistiche hanno seguito questa strada come la Kinesiologia, l’Osteopatia e lo Shiatsu percorrono lo stesso percorso dell’agopuntura lavorando sui meridiani senza l’uso di aghi ma lavorando in digitopressione.

Vitamina D come base per la sana crescita dei nostri bambini

vitamina D indispensabile per la sana crescita dei bambini

Sentiamo spesso parlare di Vitamina D, ai neonati viene somministrata dai primi giorni di vita per prevenire il rachitismo ed eventuali carenze.

La carenza di vitamina D nel bambino e nel lattante si sviluppa per la scarsa esposizione solare o per l’esigua quantità di vitamina D contenuta nel latte materno durante la fase dell’allattamento, quindi osservando tutte le precauzioni per l’esposizione ai raggi solari, soprattutto in questa stagione è veramente un toccasana trascorrere più tempo possibile all’aria aperta.

Il rachitismo è una malattia, ormai di rarissima osservazione, caratterizzata da un difetto di calcificazione delle ossa, causata principalmente da una mancanza di Vitamina D.

La malattia si manifesta soprattutto durante il periodo di maggiore accrescimento osseo, in particolare nei primi due anni di vita.

Al giorno d’oggi sono molto cambiate le abitudini alimentari, di comportamento e soprattutto le condizioni socio-economiche, pertanto è molto difficile avere una carenza importante di vitamina D e di conseguenza sono raramente riscontrabili le classiche manifestazioni cliniche del grave rachitismo del passato (deformità alle ossa, soprattutto del torace e degli arti).

Tuttavia i rari casi ancora riscontrabili, anche se di lieve entità, stanno a testimoniare una condizione di potenziale sviluppo della malattia, riscontrabile spesso solo con analisi del sangue (dosaggio di calcio, fosforo e soprattutto fosfatasi alcalina) o radiografie delle ossa.

L’interesse attuale è pertanto spostato maggiormente sulla prevenzione. Il fabbisogno giornaliero di Vitamina D nel bambino è di 400 U.I. (10 microgrammi) al giorno, nei prematuri è invece di 1.000 U.I. al giorno, per i primi mesi di vita.

La Vitamina D in parte si forma nell’organismo e in parte viene assunta con gli alimenti.

La parte sintetizzata direttamente dall’organismo per potersi formare ha però bisogno dei raggi ultravioletti del sole che irradiando la cute trasformano la provitamina in essa contenuta in vitamina attiva.

La quantità che si forma è in genere sufficiente per l’adulto, comunque é sempre condizionata dal clima, dal periodo di esposizione al sole e anche dal tipo di pigmentazione cutanea (più la pelle è scura meno vitamina D si forma).

Tra gli alimenti che contengono Vitamina D sono da ricordare:

  • il latte materno: 20 -100 U.I. al litro
  • il latte vaccino: 20 U.I. al litro
  • latti artificiali: il contenuto varia da 300 a 500 U.I. al litro
  • 1 tuorlo d’uovo: 150-200 U.I
  • carne: 100 U.I. ogni 100 gr.
  • fegato: 200 U.I. ogni 100 gr.
  • burro: 60 U.I. ogni 100 gr.
  • olio di fegato di merluzzo: 10.000-20.000 U.I. ogni 100 gr.
  • aringhe – tonno: 300 – 1.000 U.I. ogni 100 gr.

Come si può vedere l’alimentazione da sola non può essere sufficiente alle necessità del bambino (a meno che non venga alimentato con aringhe, tonno e olio di fegato di merluzzo!)

Solo con i latti artificiali qualche volta si può arrivare a ricoprire il fabbisogno minimo giornaliero), così come da sola non è sufficiente l’irradiazione solare (eccetto il periodo estivo, in particolare d’inverno, l’unica parte scoperta dei bambini è il naso!).

Alla luce di quanto detto è comprensibile perché è indicata la profilassi con Vitamina D fin dai primi giorni di vita e per almeno un anno – un anno e mezzo circa…

e poi non ci resta che portare i bambini “fuori” all’aria aperta appena possibile (compatibilmente con le condizioni climatiche) tutto l’anno…

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