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Traumi emotivi: l’osteopata è importante?

L’argomento dei traumi emotivi e il loro impatto sulla salute fisica risulta essere particolarmente interessante e anche sottovalutato, magari anche da te. Il problema può essere affrontato da diverse prospettive, e oggi ti parlerò dell’approccio tramite l’osteopatia. L’osteopatia, come pratica medica complementare, si basa sull’idea che il benessere fisico dipenda strettamente dall’equilibrio strutturale e funzionale del corpo. Esplorare il legame tra traumi emotivi e osteopatia potrebbe rivelare come esperienze emotive difficili ti possano influenzare direttamente la struttura e la funzione del tuo corpo umano.

Che cosa sono i traumi emotivi?

Iniziamo quindi dalle basi. I traumi emotivi si riferiscono ad esperienze negative che possono avere un impatto significativo sul benessere psicologico ed emotivo di un individuo. Questi eventi possono essere di varia natura, come abusi fisici, psicologici o sessuali, perdite significative, traumi legati alla guerra, incidenti gravi, malattie gravi o altri eventi stressanti e scioccanti.

I traumi emotivi possono quindi provocare tutta una vasta gamma di reazioni e sintomi, che possono includere disturbi d’ansia, depressione, disturbo da stress post-traumatico, difficoltà di regolazione emotiva, problemi di fiducia e problemi nelle relazioni interpersonali. Le persone che hanno subito traumi emotivi potrebbero anche sviluppare sintomi fisici come tensione muscolare, mal di testa, disturbi del sonno e problemi digestivi.

Ovviamente, è importante riconoscere che la percezione del trauma è soggettiva e ciò che può essere traumatico per una persona potrebbe non esserlo per un’altra. La gestione dei traumi emotivi richiede spesso un approccio olistico che includa supporto psicologico, sociale e spesso anche fisico.

In relazione quindi all’osteopatia, i traumi emotivi possono influenzare il modo in cui il corpo percepisce, gestisce e manifesta lo stress. L’accumulo di tensione muscolare e la disfunzione del sistema muscolo-scheletrico possono essere una manifestazione fisica di traumi emotivi non risolti. L’osteopatia potrebbe essere utile nel trattamento di questi sintomi fisici, offrendo un approccio non invasivo che mira a ripristinare l’equilibrio strutturale del corpo e a migliorare la funzionalità complessiva. 

Come si può capire se si hanno avuto traumi emotivi?

Ora che hai capito cosa sono i traumi emotivi, è probabile che ti stia chiedendo come li puoi riconoscere. In realtà, riconoscere i traumi emotivi può essere complesso, in quanto la risposta individuale ai traumi può variare ampiamente da persona a persona, come detto precedentemente. Tuttavia, ci sono alcuni segnali e sintomi comuni che possono indicare la presenza di traumi emotivi non elaborati. Te ne elenco un paio.

  • Disturbi dell’umore persistenti. Sensazioni di tristezza come depressione, irritabilità e ansia eccessiva possono influire la tua vita quotidiana.
  • Ricordi intrusivi e flashback. I ricordi e le esperienze passate hanno un altro impatto sul corpo umano, soprattutto se quest’ultime accadono in età precoce e non si ha quindi la piena consapevolezza.
  • Rievocazione di situazioni scatenanti. Si possono evitare persone, luoghi o situazioni che ricordano il trauma, proprio per non rievocare emozioni spiacevoli.
  • Disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Si possono sperimentare sintomi specifici come ipervigilanza, eccessiva reattività, incubi, problemi di concentrazione e altri sintomi che persistono per un lungo periodo dopo l’evento traumatico.
  • Disturbi del sonno e dell’alimentazione. Difficoltà a dormire, incubi ricorrenti, problemi di alimentazione, come la perdita dell’appetito, possono essere segnali di traumi emotivi non elaborati.
  • Iperattivazione del sistema nervoso autonomo. Manifestazioni fisiche come sudorazione eccessiva, frequenza cardiaca accelerata, sensazione di soffocamento o sensazione di agitazione cronica.
  • Problemi di relazione e isolamento sociale. Difficoltà a stringere relazioni significative, l’isolamento sociale e problemi di fiducia con gli altri possono ulteriori segni di traumi emotivi non elaborati.

Come si può superare un trauma emotivo?

Superare un trauma emotivo richiede tempo. Il supporto di professionisti risulta sicuramente una base di partenza necessaria, come vedremo nel successivo paragrafo con l’osteopata. Tuttavia, ci sono dei metodi che puoi attuare fin da subito, i quali non risultano affatto complicati. 

Puoi quindi iniziare dal riconoscere e accettare i tuoi sentimenti senza giudicarli. È importante capire che ciò che stai vivendo è normale e che, soprattutto, non sei solo. Successivamente, puoi aumentare la consapevolezza e praticare la meditazione. Infatti, la consapevolezza può aiutarti a sviluppare i tuoi pensieri ed i tuoi sentimenti senza alcun giudizio, mentre la meditazione può aiutarti a ridurre lo stress e a sviluppare una maggiore resilienza emotiva.

Poi vi è forse il metodo più importante, ovvero dovresti cercare sostegno sociale. Puoi parlare con dei tuoi amici fidati o con i tuoi familiari, in quanto condividere i tuoi sentimenti con qualcuno può alleggerire il peso del trauma emotivo. Inoltre, potrai ricevere consigli, suggerimenti e magari punti di vista differenti per affrontare il problema. Un altro aspetto a cui potresti prestare attenzione è quello di assicurarti di mangiare cibi sani, fare esercizio fisico regolarmente e dedicare del tempo a te stesso per attività che ti rilassano.

Ti consiglio infatti di iniziare nuove attività creative, come la scrittura, la pittura, la danza o la musica. Esse possono essere terapeutiche e aiutarti a esprimere emozioni che potrebbero essere difficili da affrontare verbalmente. Infine, affronta gradualmente le situazioni scatenanti. Con il supporto di un terapeuta, puoi imparare tecniche per affrontare gradualmente le situazioni che scatenano ricordi traumatici, in modo da affrontarle in modo sano e controllato.

<h2> Come cura l’ansia e i traumi emotivi l’osteopata? </h2>

A conclusione dell’articolo, arriviamo al punto cruciale. L’osteopata risulta essere una figura importante per intervenire sui traumi emotivi, come ti ho accennato precedentemente. Sebbene l’osteopatia non sia considerata una cura diretta per l’ansia, può fornire benefici indiretti attraverso l’approccio olistico alla salute. L’osteopatia mira infatti a migliorare l’equilibrio e la funzionalità del corpo, che a sua volta può influenzare positivamente lo stato emotivo. In particolare, l’osteopatia potrebbe contribuire al trattamento dei traumi in questi modi.

  • Riduzione della tensione muscolare. L’osteopatia può aiutare a ridurre la tensione muscolare e il dolore associato ad essa, fornendo un senso di sollievo e comfort che può contribuire a ridurre i livelli di stress e ansia.
  • Miglioramento della circolazione sanguigna e del flusso linfatico. Le tecniche osteopatiche possono infatti migliorare la circolazione sanguigna e linfatica, consentendo al corpo di funzionare in modo ottimale e promuovendo una sensazione di calma e benessere generale.
  • Riduzione del dolore fisico associato all’ansia. L’osteopatia può aiutare a ridurre il dolore fisico correlato ai sintomi fisici dell’ansia, come tensione muscolare, mal di testa e problemi digestivi, fornendo un senso di sollievo e comfort.
  • Promozione del rilassamento e del benessere generale. Le sessioni osteopatiche possono contribuire a promuovere una sensazione di rilassamento e benessere generale, che può aiutare a ridurre i livelli di stress e ansia e migliorare la qualità complessiva della vita.
  • Consulenza sull’equilibrio mente-corpo. Alcuni professionisti osteopati possono anche fornire consigli e suggerimenti per mantenere un equilibrio sano tra mente e corpo, inclusi consigli su dieta, esercizio fisico e tecniche di gestione dello stress.

Concludiamo l’articolo sottolineando che, sebbene l’osteopatia possa offrire benefici per il trattamento dell’ansia, non dovrebbe essere considerata come l’unica forma di cura. In molti casi, può essere utile integrare l’osteopatia con un supporto terapeutico e un approccio medico multidisciplinare per trattare l’ansia in modo completo e efficace. Se stai lottando con l’ansia, è sempre consigliabile consultare un medico o uno specialista della salute mentale per ottenere un trattamento appropriato.

Osteopatia e Sintropia

La legge della sintropia nasce dalle equazioni fondamentali dell’universo, ed è stata verificata grazie ad un numero ormai molto elevato di esperimenti che possono essere replicati con relativa facilità. 

L’entropia è la tendenza alla dissipazione di energia, la famosa seconda legge della termodinamica, nota anche come legge della morte termica. 

Al contrario, la sintropia è la tendenza alla concentrazione di energia, all’aumento della complessità̀. 

La sintropia reintroduce la vita nelle leggi dell’universo, costruisce la vita.

L’essere umano è considerato in fisica come un sistema chiuso, nel quale, come afferma il secondo principio della termodinamica, l’energia interna del sistema, tenderà inevitabilmente ad aumentare il suo stato di disordine, la sua entropia, fino a divenire un sistema caotico che tenderà a mettere in crisi l’esistenza dell’intero sistema.  

Da alcuni decenni, molti studiosi, consapevoli della grande ristrettezza nell’interpretazione scientifica di quello che è la termodinamica, hanno iniziato ad avere un approccio più alternativo.

La maggior parte dei sistemi che conosciamo (viventi e non) sono sistemi aperti, in continuo scambio di materia (energia) e informazioni con l’ambiente; sono strutture dissipative, sistemi fluttuanti, instabili, lontani dell’equilibrio termodinamico: per vivere, devono consumare continuamente energia.

I sistemi che hanno ricevuto apertura, ricevendo grandi stimoli dall’esterno, possono tramutarsi in ben più  ampie fluttuazioni che mettono tutto il  sistema in una situazione di crisi.

Quando la fluttuazione è così potente da rendere instabile l’intera struttura, il sistema si trova ad un punto di crisi in cui il sistema o si auto-organizza, ad un livello di ordine superiore, oppure si disgrega verso il caos e il disordine.

Il sistema si struttura come se ogni molecola fosse “informata” dello stato complessivo del sistema stesso e quando è lontana dall’equilibrio la materia comincia a “percepire” il suo ambiente.

Secondo questa concezione l’ordine di un sistema deve passare attraverso un processo di aumento del caos, di crescita del disordine, per evolversi ad un ordine più elevato e complesso.

La materia ha pertanto enormi e sconosciute potenzialità evolutive, è viva e attiva. 

La sintropia, come opposto dell’entropia, implica coerenza, bellezza, armonia, cooperazione, significato, sono due aspetti della stessa legge, che si può manifestare nel suo aspetto entropico, riduttivo e tendente al disordine, e nel suo aspetto sintropico, tendente all’ordine. 

Osserviamo ora il principio entropico-sintropico in osteopatia

Quando un organismo o una parte di esso tende verso il disordine compaiono segni disfunzionali più o meno evidenti, fino a sfociare in una patologia vera e propria.

Still diceva, che “il corpo contiene in sé tutto ciò che gli serve per essere in ordine” ed è compito dell’osteopata muovere le strutture corporee in modo tale che l’organismo possa ritrovare il suo equilibrio.

Gli esseri umani, tendono ad un aumento dell’attività del loro sistema, arrivando ad un “punto di biforcazione”; il sistema umano tende a fluttuare in continuazione tra stati diversi in cui la crisi spinge verso un salto quantico in direzione di maggiore ordine e coerenza o verso stati maggiormente caotici.

La malattia può essere collocata in un’area che tende ad essere vicina a tale punto critico.  

L’osteopatia entra in una relazione di aiuto tra sistemi aperti, in cui, attraverso tecniche specifiche informa l’organismo e tutto il sistema vivente, in modo da agevolarlo nel passaggio verso un nuovo stato di ordine, facilitando il passaggio in questo punto critico tra entropia e sintropia.

E’ per lo stesso motivo, che i sintomi spesso possono aumentare momentaneamente, per poi generare uno stato di benessere, un aumento dell’entropia con conseguente aumento della sintomatologia. 

Il paziente attraversa stati diversi che corrispondono a cambiamenti parziali del suo sistema vivente, con la possibilità di andare in crisi in alcuni settori, o nel suo complesso.

Il terapeuta diventa una fonte di informazione, di energia che spinge verso un maggiore ordine e coerenza il sistema vivente del paziente.

Le tecniche usate in osteopatia contengono una certa dose di energia ed una certa dose di informazione. 

Alcune tecniche contengono un’informazione molto precisa ed importante, accompagnate da una energia bassa e altre tecniche contengono meno informazione coerente ed organizzata ma un quantitativo energetico più elevato.

Le tecniche a leva corta, ad esempio, sono depositarie di un elevato livello di energia accompagnata, spesso, da una relativamente bassa coerenza dell’informazione.

Le tecniche craniali sono invece molto ricche di informazione ma con un basso livello di energia applicato nell’unità di tempo.

L’ideale è raggiungere nella terapia, livelli di attuazione delle tecniche, con la massima efficacia in termini di informazione e di energia prodotta. 

Questo è il meccanismo che induce il sistema paziente ad una possibilità molto più alta di superare gli stati di fluttuazione del suo sistema, compresi i livelli di fluttuazione chiamati: punti critici.

È pertanto fondamentale che l’osteopata stesso divenga un sistema vivente il più possibile energizzante e fonte di informazione coerente.

La postura e l’educazione respiratoria

La cultura occidentale riconosce nel controllo della respirazione il raggiungimento e il mantenimento dell’equilibrio psico-fisico permettendogli una migliore concentrazione, mentre la cultura orientale trova il controllo respiratorio porti ad un maggior dominio, da parte dell’uomo, del proprio corpo  e delle proprie emozioni, inoltre gli attribuisce la capacità di concentrare l’energia vitale, detta prana, nei punti dove il corpo ne necessitasse.

L’educazione respiratoria va ad incidere su diversi aspetti della persona, infatti esiste una stretta relazione tra vita psico-affettiva, respirazione e postura del rachide, l’esistenza di una relazione funzionale tra centro respiratorio e certe parti corticali e su-corticali del cervello provata in modo indiscutibile, tutti i deviati del rachide presentano una insufficienza respiratoria.

Studi sull’asfissia hanno evidenziato come la respirazione sia influenzata dal sistema nervoso, la carenza di ossigeno infatti porta alla perdita di coscienza, alla perdita della sensibilità e all’apparizione delle convulsioni.

Per ben capire l’intervento terapeutico da adottare è fondamentale accennare prima alla fisiologia degli atti respiratori.

La respirazione è essenzialmente un evento di natura riflessa (innervazione vegetativa) che però possiede una innervazione di tipo volontario, questo ha permesso di agire con esercizi psicomotori migliorandone la respirazione.

È infatti risaputo che attraverso una educazione di controllo respiratorio è possibile regolare la frequenza e la profondità degli atti.

Occorre lavorare sulla presa di coscienza e l’acquisizione di comportamenti, posture ed esercizi che richiedano l’intervento della volontà cosciente e non pura imitazione del gesto, affinché si possa automatizzarli e renderli permanenti.

Anatomicamente la gabbia toracica è una struttura semimobile composta dal rachide dorsale, le coste, lo sterno.

Le coste hanno una disposizione obliqua con orientamento che va dall’alto verso il basso e da dietro verso l’avanti, l’asse del movimento della costa passa per l’articolazione costo-vertebrale (tra testa della costa, disco intervertebrale, corpo della vertebra sopra e sottostante) e per l’articolazione costo trasversaria (le tuberosità costale e apofisi trasversa della vertebra sottostante).

Avendo le coste un aumento di obliquità dalle prime alle ultime, durante l’inspirazione le prime coste provocano l’aumento del diametro sagittale, mentre le ultime provocano l’aumento del diametro trasversale del torace.

È utile ricordare che l’inspirazione forzata eleva le coste le quali tendono a raddrizzare la colonna dorsale.  

La verità sul Busto Contenitivo per il tuo mal di schiena

Sicuramente anche te soffri di mal di schiena, se stai leggendo questo articolo !

Quel brutto dolore che ti rompe le scatole appena apri gli occhi appena ti svegli, e pensando che “oggi non avrò mal di schiena” e invece…

muovi la prima gamba e senti quel FASTIDIO cronico che ormai non se ne va…

oppure, arriva sera e dopo una giornata intensa di lavoro, ti sdrai sul divano e senti “tirare la gamba”, con un dolore pazzesco fino al piede.

A questo punto pensi : COSA DEVO FARE PER FARE SMETTERE QUESTA INCESSANTE AGONIA?

Per la testa ti frullano delle soluzioni perché hai sentito l’amico o la mamma, sul fatto che il vicino è andato dal dottore che gli ha prescritto la TECAR o IL BUSTO CONTENITIVO.

Per questo dobbiamo dispensare alcune nozioni veritiere su quest’ultimo oggetto, oggi ti voglio parlare del busto contenitivo.

Questo viene preso in considerazione come la panacea di tutti i mali, in realtà non è così perché da un un lato fa bene, soprattutto a quelle persone che fanno un lavoro di spostamento di oggetti, di pesi continui, di spostamenti del loro baricentro (come magazzinieri, muratori, cuochi, ecc.), ma anche a quelle persone che stanno molte ore sedute in macchina o alla scrivania.

Il Busto Contenitivo mantiene la pelvi in retroversione, riducendo la lordosi lombare e limitando i movimenti di flessoestensione e di lateralità del segmento.

Quindi ottimo se hai mal di schiena, ma naturalmente non deve essere considerato come LA CURA definitiva.

Perché non usare il busto contenitivo sempre?

Il busto contenitivo col passare degli anni, porta a debolezza muscolare e in molti soggetti si manifesta chiaramente una condizione che vede la muscolatura paravertebrale, accorciata e contratta, abbinata ad un ipotono dei muscoli addominali.

Tale mutamento causa un alterata distribuzione dei carichi agenti sulle vertebre lombari aumentando il rischio di patologie.

Tali squilibri avranno ripercussioni anche in altri distretti muscolari.

Alcuni tipi di pubalgia, strappi o stiramenti della parte posteriore della coscia scaturiscono proprio da una rotazione in avanti del bacino (anteroversione), dovuta dall’eccessivo accorciamento dei flessori della coscia (ileopsoas e quadricipite) e al contemporaneo ipotono dei muscoli addominali e ischiocrurali.

Allora oltre ad usare il busto contenevo, come ti ho detto, bisogna capire la reale causa del tuo fastidio.

CERCARE LA CAUSA DI UNA PATOLOGIA DOVE SI ESPRIME IL SINTOMO E’ COME CERCARE UNA MONETA SU UN PAVIMENTO DI 1000 COLORI AD OCCHIO NUDO… COME CERCARE QUALCOSA NELLA GLOBALITÀ’.

Il segreto, se hai mal di schiena, è di migliorare la Postura eliminando la causa scatenante che non è sicuramente SOLO nella SCHIENA.

Fino ad ora hai provato solo medicine, iniziazioni, fisioterapia; è il momento di provare l’Osteopatia per eliminare la causa della tuo mal di schiena e di sentirti così LIBERO E SCIOLTO!

Curare la colite con alimenti naturali

L‘intestino si muove? Avete mal di pancia, vi sentite gonfi?

Ecco come curare la colite con alimenti naturali:

Probabilmente soffrite di colite o sindrome del colon irritabileCostipazione cronica, fibre mal digerite (cereali e carboidrati), l’uso di purgantiantibiotici e stress sono tutte cause di colite!

Se poi siete studenti universitari, può succedere che prima di un esame vi venga un forte attacco di mal di pancia e soffriate di diarrea, la preoccupazione e l’ansia sono nemiche del benessere psicosomatico.

Ma come curare la colite con i rimedi naturali?

Con le banane:

Una o due banane mature consumante ogni giorno è uno dei rimedi naturali più efficaci per la colite ulcerosa. Sono facilmente digeribili e leggermente lassative, promuovendo così il processo di cura della colite.

Con il riso:

Il riso possiede un grande contenuto fibroso, pertanto agisce come tranquillante e quindi cura naturale per la colite. Mischiare un pugno di riso con un bicchiere di siero di latte e una banana matura e consumare la soluzione una volta al giorno.

I cibi da evitare

  • Latte
  • Dolcificanti (sorbitolo, fruttosio ecc.)
  • Marmellata
  • Frutta: pesche, pere, prugne
  • Verdura: cavoli, carciofi, spinaci, cipolla, rucola, cetrioli, sedano
  • Fibre e cibi integrali (in alcuni soggetti migliorano la situazione, in altri la peggiorano)
  • Spezie
  • Caffè, tè, Coca Cola e bevande contenenti caffeina
  • Bibite gassate

La prevenzione nello sportivo in osteopatia

Non c’è niente di peggio che le idee preconcette: il nuoto è ideale…correre è dannoso…
In realtà non è lo sport preferito a porre il problema, ma con quale conoscenza del proprio schema psico-motorio lo si pratica.

Ciascuno di noi funziona secondo un proprio schema, più o meno vicino a quello ideale, e con questo deve misurarsi nelle diverse gestualità proprie a ciascuno sport.

Dal rapporto tra lo schema personale, assolutamente individuale, ed il gesto sportivo, diverso e peculiare per ogni attività, scaturiscono delle tipologie a rischio.

Prendiamo ad esempio il golf. “No turn, no swing”, significa che un “fondamentale” di questo sport necessita di rotazioni. Il massimo di rotazione del tronco rispetto al bacino si effettua nella cerniera D11-D12.

Littlejhon, padre delle meccaniche vertebrali osteopatiche, considera questa rotazione possibile a condizione che la linea AP incroci i corpi di D11-D12.

I tipi che definiamo “anteriori” o “posteriori”, se escono troppo fuori da questo parametro ideale, hanno delle rotazioni limitate.

La finalità del gesto – nel caso la necessità di ruotare – imporrà allora dei compensi su dei segmenti anatomicamente meno adatti che, assumendosi un ruolo che non gli compete, diventano a rischio.

In particolare:
• Se D11-D12 è in avanti alla linea AP – tipo anteriore – saranno soprattutto la sacro-iliache ad essere sovraccaricate nelle rotazioni, con possibilità di lombalgie.
• Se D11-D12 è indietro alla linea AP – tipo posteriore – è la dorsale media ad essere ipersollecitata, con possibili dorsalgie.

Bisognerà quindi, tenendo conto della tipologia dell’atleta, analizzare il divario tra le sue possibilità e la sua necessità tecnica per aiutarlo, strutturalmente e propriocettivamente, a trovare i compensi i più economici possibili.

Continuando a prendere il golf per esempio, un tipo anteriore necessiterà di una maggiore flessione di anche durante lo stance (nel golf: gli appoggi, il modo di mettere i piedi), dove un tipo posteriore avrà bisogno di più lordosi lombare.

L’osteopata, dopo un’accurata analisi biomeccanica, cerca di “rimettere in moto” le zone ipomobili, ma soprattutto educa propriocettivamente lo sportivo evitandogli delle patologie ripetitive che a volte possono portare alla cessazione dell’attività sportiva.

Tecniche utilizzate dall’osteopata

Gli approcci manipolativi utilizzati dall’osteopata sono quattro e si suddividono nel seguente modo:

  1. Manipolazioni articolari: finalizzate a normalizzare l’informazione neurologica del segmento vertebrale e a riportare ad un range fisiologico la mobilità articolare. Spesso è percepibile uno schiocco durante l’esecuzione della manovra.
  2. Manipolazioni viscerali: specifiche nei casi di riflessi neurologici di tipo viscero-somatico. Gli organi possono influire attraverso il sistema nervoso autonomo sulla struttura muscolo-scheletrica, e in particolare sulla colonna vertebrale, o si possono instaurare alterazioni fisiologiche del loro funzionamento, dovute a molteplici cause.
  3. Tecniche connettivali/fasciali: utili per modificare il metabolismo cellulare. Queste tecniche manuali incrementano l’attività cellulare e micro circolatoria dei tessuti; determinano altresì un miglioramento della mobilità articolare perché risolvono tensioni anomale nel tessuto connettivo, che è poi quello che definisce la nostra forma del nostro corpo e quindi della postura.
  4. Tecniche cranio-sacrali: tecniche tanto dolci quanto potenti; consistono in mobilizzazioni molto fini delle ossa craniche con l’obiettivo di riequilibrare il movimento autonomo cranio-sacrale detto MRP (meccanismo respiratorio primario).

L’equilibrio perduto di questo “ritmo” e l’alterazione della cinetica delle ossa craniche è spesso responsabile di disfunzioni quali: cefalee, emicranie, disfunzioni cervicali, nausea, vertigini, disturbi transitori all’occhio e alla vista, problemi delle vie respiratorie superiori e disturbi posturali riflessi alla colonna vertebrale.

Conosci l’osteopatia?

Tu conosci l’osteopatia? Di seguito ecco un’indagine statistica.

Prima di spiegare agli utenti che cosa è l’osteopatia, abbiamo voluto capire, attraverso un questionario, cosa le persone sanno realmente di questa disciplina.

I risultati emersi possono servire a noi operatori per tracciare delle linee guida che ci permettano di divulgare in modo più specifico che cosa è e a che serve l’osteopatia.

Il campione da noi intervistato era formato da 220 soggetti compresi in una fascia di reddito medio, con una età che varia tra i 18 e gli 89 anni.

CONOSCI L’OSTEOPATIA?

Ai SI abbiamo chiesto “Che cosa è l’osteopatia?”

• Specializzazione ortopedia: 14,28%
• Disciplina che usa terapie manuali a scopo terapeutico: 69,84%
• Altro: 15,88%

Dai dati emersi si può notare come più della metà delle persone intervistate dicono di conoscere l’osteopatia.
Facendo un’analisi dettagliata circa 1/3 di essi, pur dichiarando di conoscerla non ha ben chiaro il significato e l’obiettivo dell’osteopatia.

TI SEI MAI RIVOLTO AD UN OSTEOPATA?

Ai SI abbiamo chiesto Per quali problemi?:

• Muscolo scheletrici: 100%
• Viscerali: 0%
• Neonatali o dell’infanzia: 0%

Con quali risultati?:
• Scarsi: 11,76%
• Mediocri: 11,76%
• Sufficienti: 23,53%
• Buoni: 52,95%
Tra gli intervistati, l’ 88,23% consiglierebbe ad altre persone di rivolgersi ad un osteopata.

Il suo osteopata è:
• Medico: 35,30%
• Fisioterapista: 64,70%
• Non so: 0%
• Altro: 0%

Come considera l’osteopatia?
• Disciplina alternativa alla medicina classica: 11,76%
• Disciplina complementare alla medicina classica: 70,59%
• Non so: 17,65%

Considerando che più della metà degli intervistati (57%) dice di conoscere l’osteopatia, di questi solo il 27% si è rivolto ad un osteopata.

I problemi che spingono le persone a consultare l’osteopata sono esclusivamente di origine muscolo-scheletrica (di questi quasi la totalità sono problemi alla colonna vertebrale).

Quest’ultimo dato ci deve far riflettere sul fatto che l’osteopatia viene considerata una disciplina che si occupa esclusivamente della colonna vertebrale e vengono totalmente ignorate le competenze osteopatiche in campo viscerale e cranio-sacrale.

La maggior parte delle persone si dichiara soddisfatta dei risultati ottenuti con il trattamento osteopatico. Questo dato ci conforta visto che la totalità degli osteopati a cui gli intervistati si sono rivolti, sono laureati in medicina o in fisioterapia.

E’ ben chiaro come l’osteopatia sia considerata come una disciplina complementare alla medicina classica e non appartenente alle cosiddette “medicine alternative”.

CHI LE HA CONSIGLIATO DI RIVOLGERSI AD UN OSTEOPATA?

Il paziente viene a conoscenza dell’osteopatia grazie soprattutto ai mezzi d’informazione (TV, giornali, internet) e sotto suggerimento del fisioterapista.

Solo l’ 11% circa delle persone che si sono sottoposte a trattamenti osteopatici sono stati indirizzati dai medici di base, che rappresentano il punto di riferimento primario per chi ha problemi di salute.

Questo dato, a nostro avviso molto rilevante, deve spingerci a divulgare l’osteopatia non solo tra gli utenti, ma soprattutto verso la classe medica.

Nella terza parte del questionario abbiamo analizzato i dati forniti dagli intervistati che non si sono mai rivolti all’osteopata e quelli che affermano di non conoscere l’osteopatia.

SI E’ MAI SOTTOPOSTO A TRATTAMENTI TERAPEUTICI?
Chi era il terapeuta?
• Fisioterapista: 44,30%
• Medico: 17,21%
• Altro: 38,49%

Di questo campione risulta che una parte considerevole si è sottoposta o si sottopone a trattamenti terapeutici di vario genere, non sempre effettuati da personale medico o paramedico.

La dietologia di un individuo ne determina le patologie

A meno che non esistano problematiche metaboliche dalla nascita, la dietologia di un individuo ne determina le patologie che incontrerà nel corso di tutta la sua esistenza.

Eccovi qui un’ovvietà spesso poco e mal tenuta in considerazione: noi dimagriamo quando introduciamo meno energie di quante se ne brucino.

Per ottenere questo risultato, si possono seguire due strade: ridurre la quantità di energie introdotte col cibo (è la dieta), oppure aumentare il dispendio calorico giornaliero (è l’attività sportiva).

Molti preferiscono aumentare il consumo di energie invece di eseguire una dieta vera è propria.

In parole povere, vorrebbero poter mangiare quello che si desidera facendo molto più sport, tipo correre, palestra, calcio o in piscina. 

L’aumento delle calorie da solo, non ha mai generato dei grandi risultati, perché aumentando le calorie si aumentano anche le richieste, ed in questo caso si arriva ad avere molta più fame.

Ma anche quando si esegue una dieta rigorosa può essere inutile se si riducono le le calorie , ma poi nel contesto svolgiamo una vita sedentaria.

Insomma, il messaggio  banale ma necessario è: “per dimagrire occorre sempre abbinare dieta e sport”.

Le patologie che più vengono legate alla richiesta  di un professionista specializzato in nutrizione e alimentazione, possono variare dal banale desiderio di riacquisire una linea, arrivando persino alla risoluzione di problemi molto seri ed anche invalidanti che possono essere collegati sia alle abitudini nutrizionali sbagliate, come l’obesità delle popolazioni occidentali che è purtroppo divenuta universalmente riconosciuta come il male che affligge il nostro secolo.

Da non sottovalutare ma non sottovalutiamo anche il diminuimento di peso patologico: che è anche una situazione e condizione nell’impossibilità ad acquisire del peso nonostante si ingeriscano grandi quantità di cibo, questa condizione psico-fisica (nonostante sia l’invidia di tutti gli oversize) può in realtà essere causa di patologie molto gravi.

In realtà questa è la criticità che la scienza medica si trova ad affrontare patologie come queste appena spiegate, forse molto più che in altre; infatti molte volte non si tratta di risoluzioni di calcoli matematici basati sul metabolismo dell’individuo, ma bensì di affrontare alcuni disagi che tendono a debordare in maniera pesante nel campo della psicologia e della psicoterapia.

Tutta l’alimentazione è in grado di apportare beneficio all’intera struttura organiche del nostro corpo, riuscendo ad esempio ad eliminare profondamente le infiammazioni che ci affliggono.

Quasi sempre le patologie nascono proprio da un clima di tipo infiammatorio, che altera la normale condizione fisiologica di una qualsiasi zona della struttura fisica di ogni essere umano.

Disturbi di ogni tipo possono perciò scaturirsi da un tipo di dieta scorretta, non solo l’obesità, ma tantissime altre patologie infiammatorie croniche come la Candida Albicans sia nell’uomo che nella donna, la quale deriva di base da un consumo troppo elevato di alcune sostanze: i cibi che contengono carboidrati e zuccheri raffinati sono eccellenti alimenti infiammatori della patologia.

La maggior parte dei casi di obesità, invece, trova la propria causa fondamentale in disturbi del comportamento che inducono l’individuo a mangiare ben oltre il limite della sazietà per un meccanismo di “compensazione” da altre carenze (come in molti casi succede: di affetto).

L’equivalente discorso si prospetta anche per tutte le serie patologie rimesse sotto la denominazione di disturbi alimentari, ovvero nella fattispecie di bulimia e anoressia.

In tutti questi casi, sicuramente l’individuo non potrà risolvere autonomamente il proprio disagio, ma necessiterà di instaurare un rapporto di fiducia con il proprio medico o professionista naturale cercando di arrivare ad un valido supporto, accompagnandosi ad una buona guida verso il cammino di una guarigione e verso l’omeostasi.

Altri campi di applicazione della dietologia sono quelli legati al supporto dell’individuo in alcune fasi specifiche della propria vita come la menopausa o la gravidanza, che necessitano di regimi alimentari specifici atti ad evitare l’insorgere o il peggiorare di patologie talora anche gravi.

Insieme all’alimentazione, si può essere coadiuvati da sempre con disintossicazione dell’apparato epatico che il professionista può consigliare oggi, come strumento validissimo per la pulizia dell’organismo dalle tossine, per prevenire allergie, ma soprattutto per il rimodellamento localizzato del corpo.

Infine per migliorare ulteriormente la nostra dieta, l’intervento di un esperto in nutrizione si rivela assolutamente decisivo ai fini di migliorare le proprie prestazioni qualora fossimo sportivi anche di tipo professionistico.

Iridologia ed agopuntura

Iridologia ed agopuntura sono discipline appartenenti alla medicina non tradizionale, comunemente note anche come metodi curativi olistici.

L’iridologia da molti è considerata un’arte: quella che studia il linguaggio degli occhi, in particolare dell’iride, ossia della parte colorata dell’occhio. 

Essa infatti si modifica nel colore e nelle caratteristiche, quando nell’organismo qualcosa non funziona a perfezione. L’iridologo si occupa proprio di studiare il linguaggio dell’iride per conoscere lo stato di salute della persona.

Utilizzando un particolare microscopio binoculare, chiamato endoscopio, con cui è possibile ingrandire e analizzare l’iride, l’iridologia ne studia colore e sopra pigmentazioni per ottenere un quadro completo delle predisposizioni dell’organismo umano.

Un metodo di diagnosi e di importantissima prevenzione dunque: attraverso l’osservazione dell’iride dell’occhio si possono scoprire quali organi presentano degli squilibri e possono generare malattie, intervenendo preventivamente per evitarle.

Come funziona in pratica? L’analisi dell’iride non evidenzia l’esistenza o meno di malattie specifiche, solo le eventuali difficoltà o disfunzioni che gli organi possono presentare.

Secondo la teoria iridologica, ciò avviene perché l’iride è collegato al sistema nervoso autonomo, che innerva la maggior parte degli organi interni: gli stimoli vanno sia dal sistema nervoso agli organi, che viceversa. 

Per questo, nel caso di malfunzionamento o disfunzioni di un organo, l’analisi dell’iride serve ad individuare i segnali di questi problemi.

Lo stesso discorso può essere fatto anche in rapporto alla buona salute del sangue: 

l’iride, infatti, è fortemente vascolarizzato, perciò, se il sangue si presenta sovraccarico di sostanze tossiche o di scarto, durante il suo passaggio nell’iride potrebbe determinare sfumature di colore particolari. 

Da questa analisi sarà possibile comprendere in maniera profonda l’origine dei problemi che verranno evidenziati.

I segnali inviati dal sistema psicosomatico di ciascuno sul proprio stato di salute hanno un riscontro particolarmente perfetto e complesso nell’iride dell’occhio, che rappresenta da questo punto di vista un terreno di analisi ineguagliabile e a più livelli sul buon funzionamento dell’organismo umano

Agopuntura

È una pratica di tipo terapeutico con un’origine molto antica, che era già usata nella medicina cinese nel 2700 a. C., l’agopuntura è una tecnica curativa che consiste nell’introduzione di aghi di lunghezza, diametro, forma della punta e materiali diversi, in punti specifici del corpo, chiamati punti di agopuntura o agopunti, da dove viene percepita una sensazione di calore, intorpidimento o formicolio.

Gli agopunti, molto utili nella stimolazione e nella riattivazione dell’energia che scorre in tutto il nostro corpo, sono ricercati lungo i meridiani, sono canali in cui scorre l’energia vitale (Ki) lungo due importanti flussi energetici (lo Yin e lo Yang), che sono in grande relazione con le principali funzioni del nostro corpo, essi sono circolazione sanguigna, respirazione, digestione ecc…

La forte stimolazione dei punti agopunturali consente il ripristino della condizione di equilibrio ma soprattutto di sbloccare i punti dove questa energia si è accumulata.

I vantaggi della innocuità (viene praticata con aghi monouso ed è praticamente indolore) e dell’assenza di effetti collaterali la pongono in primo piano nella cura di ogni tipo di patologia, non solamente quelle seguite dal dolore: essa viene infatti adoperata nelle sindromi ansiose, nel disturbo del sonno, nei disturbi del ciclo mestruale ed in molte altre manifestazioni di tipo patologico.

L’agopuntura è una terapia curativa alternativa adottata da milioni di pazienti in tutto il mondo. 

A partire dalla fine degli anni 90, pratica è stata riconosciuta anche in Italia, infatti è entrata facendone parte del Servizio Sanitario Nazionale.

Questa tecnica si basa sull’azione azione della stimolazione, con l’uso degli appositi aghi, percorrendo le energie che scorrono nei meridiani, dodici meridiani principali, a seguire quelli secondari ed infine quelli straordinari per ottenerne l’equilibrio.

Tutto questo è una rappresentazione tradizionale nell’interpretare l’agopuntura nella medicina cinese, secondo il pensiero della scienza moderna l’azione curativa di questa arte curativa agisce su tutto il sistema nervoso consentendo all’organismo la potenzialità di liberare sostanze di tipo chimico nei muscoli.

Da qui molte altre discipline olistiche hanno seguito questa strada come la Kinesiologia, l’Osteopatia e lo Shiatsu percorrono lo stesso percorso dell’agopuntura lavorando sui meridiani senza l’uso di aghi ma lavorando in digitopressione.