Osteopatia pediatrica: benefici nei primi anni di vita

Negli ultimi anni l’osteopatia è diventata un approccio terapeutico sempre più conosciuto e apprezzato per i suoi indiscutibili benefici, eppure sono ancora poche le persone che riconoscono il valore dell’osteopatia pediatrica.
Ma quali possono essere i benefici dell’osteopatia pediatrica per i neonati e per i bambini nei loro primi anni di vita? E in che modo un osteopata può supportare la salute del bambino senza ricorrere a trattamenti invasivi?
In questo articolo risponderemo a queste domande e vedremo cosa fa un osteopata pediatrico, quando conviene portare un neonato in studio, quali patologie e disturbi possono trarre vantaggio da questo approccio e perché iniziare nei primi anni può essere utile.
Cos’è e cosa fa l’osteopata pediatrico
L’osteopata pediatrico è un professionista che si occupa di valutare e trattare le disfunzioni del corpo del bambino attraverso tecniche manuali dolci e non invasive. L’osteopatia, come disciplina, si fonda su quattro principi cardine:
- il corpo è un’unità;
- la struttura e la funzione sono strettamente collegate;
- l’organismo possiede capacità di autoguarigione;
- il movimento è essenziale per la salute.
Questi principi, sviluppati dal medico Andrew Taylor Still, trovano applicazione anche nei neonati: le manipolazioni hanno l’obiettivo di favorire l’adattamento del corpo alla vita extrauterina e di sostenere uno sviluppo armonico. Come riportato da Filisetti et al. nello studio “A New Model of Early Intervention Based on The Osteopathic Integrated Approach: Clinical Experience About 530 Newborn” pubblicato sull’International Journal of Pediatrics & Neonatal Care nel 2019, un programma di intervento precoce osteopatico integrato, applicato a più di 500 neonati, ha mostrato benefici sullo sviluppo motorio, sulla funzione gastrointestinale e sul benessere complessivo, senza effetti avversi.
Quando si dovrebbe portare un bambino dall’osteopata
Non esiste un’età precisa per la prima visita. Alcuni genitori scelgono di portare il neonato già nei primi mesi, altri lo fanno solo se compaiono problemi specifici.
I motivi più comuni includono:
- coliche, reflusso e difficoltà digestive;
- disturbi del sonno o dell’allattamento;
- asimmetrie posturali, come la plagiocefalia o il torcicollo;
- condizioni legate alla prematurità o a un parto difficile.
Nello stesso studio clinico “A New Model of Early Intervention Based on The Osteopathic Integrated Approach: Clinical Experience About 530 Newborn” condotto in Italia nel 2019, i ricercatori hanno osservato che introdurre l’osteopatia in un percorso di follow-up neuroevolutivo nei neonati a rischio portava benefici non solo a livello fisico ma anche nella relazione con i genitori.
È importante ribadire che l’osteopata non deve mai essere visto come un sostituto del pediatra. Ogni percorso di cura deve sempre partire da una valutazione medica, per escludere patologie che richiedano altri trattamenti.
Quali condizioni e patologie può curare un osteopata
L’osteopatia pediatrica può offrire supporto in condizioni frequenti nei primi mesi di vita, come coliche infantili, plagiocefalia posizionale, torcicollo congenito e problemi legati alla prematurità. Le tecniche manuali dolci aiutano a ridurre tensioni muscolari e migliorare la mobilità craniale o viscerale, con l’obiettivo di favorire il comfort e l’adattamento del neonato.
Tra i benefici emerge la riduzione dell’asimmetria cranica: come riportato nello studio “Efficacy of pediatric integrative manual therapy in positional plagiocephaly” nell’Italian Journal of Pediatrics nel 2021, l’aggiunta di terapia manuale pediatrica a un programma educativo per i genitori ha determinato un miglioramento del Cranial Vault Asymmetry Index (CVAI) e una maggior soddisfazione percepita dai caregiver rispetto alla sola educazione.
Un altro beneficio riguarda i neonati pretermine: come riportato da Cerritelli et al. nello studio “Effect of osteopathic manipulative treatment on length of stay in a population of preterm infants” pubblicato su BMC Pediatrics nel 2013, l’aggiunta dell’osteopatia al protocollo clinico ha prodotto una riduzione significativa dei giorni di degenza ospedaliera, senza segnalazioni di effetti avversi.
Questi risultati supportano il ruolo dell’osteopatia come supporto complementare valido nel percorso di cura del neonato, se integrata con la medicina tradizionale e la fisioterapia pediatrica.
I benefici dell’osteopatia pediatrica
I possibili benefici dell’osteopatia pediatrica riguardano aspetti fisici, funzionali e anche relazionali. Dal racconto dei genitori, dopo la seduta con l’osteopata i bambini appaiono spesso più sereni, con sonno più regolare, coliche meno intense, migliore mobilità articolare e un andamento dello sviluppo psicomotorio più armonico.
L’obiettivo della cura osteopatica non è “guarire una malattia” in senso stretto, ma ridurre le tensioni e favorire l’adattamento del corpo, lavorando in modo dolce e non invasivo nel rispetto dei 4 principi osteopatici.
Per quanto riguarda i dati scientifici a favore, alcuni studi indicano risultati interessanti in aree cliniche rilevanti nei neonati e nei neonati pretermine:
- Coliche e disturbi gastrointestinali: Come riportato nello studio scientifico “Osteopathic Treatment for Gastrointestinal Disorders in Term and Preterm Infants: A Systematic Review and Meta-Analysis” pubblicato su Healthcare nel 2022, il trattamento osteopatico è risultato associato a una riduzione delle ore di pianto per coliche nei lattanti.
- Prematurità (esiti clinici e tempi di ricovero): Come riportato da Cerritelli et al. nella ricerca “Effect of osteopathic manipulative treatment on length of stay in a population of preterm infants: a randomized controlled trial” pubblicato su BMC Pediatrics nel 2013, il trattamento osteopatico integrato alla cura standard è associato a una riduzione significativa della durata della degenza senza effetti avversi gravi.
Queste evidenze suggeriscono che l’osteopatia, inserita in un percorso multidisciplinare, possa contribuire in modo complementare al benessere del bambino e della famiglia, migliorando il comfort quotidiano e supportando un’evoluzione più armonica.
In presenza di patologie o sintomi persistenti, rivolgiti sempre al medico per una valutazione clinica e per definire un percorso condiviso.
Perchè portare un bambino dall’osteopata già dai primi anni di vita
I primi anni di vita sono un periodo di straordinaria crescita e cambiamento. In questa fase il corpo del bambino presenta una plasticità molto elevata, che lo rende capace di adattarsi rapidamente e di rispondere positivamente a stimoli esterni. È proprio in questo contesto che l’osteopatia può esprimere benefici concreti: una seduta precoce aiuta a intercettare e modulare squilibri funzionali prima che diventino problemi consolidati, favorendo comfort, sonno più regolare e un andamento psicomotorio più armonico.
Un esempio pratico è il torcicollo congenito: intervenire tempestivamente con tecniche manuali dolci può ridurre il rischio di plagiocefalia e migliorare la simmetria cranica, sostenendo un corretto sviluppo motorio. Anche nelle fragilità legate alla prematurità (come ad esempio le difficoltà digestive o di suzione), un approccio precoce e integrato può supportare il decorso clinico: come riportato da Lanaro et al. nello studio “Osteopathic manipulative treatment showed reduction of length of stay and costs in preterm infants: A systematic review and meta-analysis” pubblicato su Medicine (Baltimore) nel 2017, il trattamento manipolativo osteopatico è associato a una riduzione della durata di degenza, senza eventi avversi segnalati.L’osteopatia, infine, va intesa come risorsa complementare: inserita in un percorso condiviso, contribuisce all’equilibrio delle strutture e dei tessuti, affiancando le cure mediche con un intervento sicuro, personalizzato e non invasivo.